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Viaggio nella Milano “europea”: la ricchezza appannaggio esclusivo di pochi privilegiati mentre cresce l’abbandono sociale

Di Paolo Cagnoni

La politica economica sotto l’egida dell’Unione Europea porta come risultato una sempre maggiore divaricazione tra le fasce della popolazione. Milano, città europea per antonomasia, vanta un reddito imponibile di circa 34 miliardi, di cui il 50% sono nella disponibilità solo del 13% dei contribuenti. Quasi la metà dei milanesi invece si barcamena con guadagni modesti rispetto al costo della vita o addirittura insufficienti alla sopravvivenza. Certamente rispetto al resto delle città italiane il reddito medio pro capite è maggiore, tuttavia una fascia rilevante di milanesi è situata in una fascia di difficoltà o di sofferenza economica.

Quindi, proprio perché Milano gode di maggiori possibilità rispetto ad altre città d’Italia, questa concentrazione di ricchezza è ancora più inaccettabile ed è simbolo di politiche sbagliate, incentrate a favorire chi è privilegiato e a permettere una sempre maggiore influenza da parte di gruppi bancari e multinazionali, con il conseguente abbandono delle periferie. Se aggiungiamo le pessime politiche sulla sicurezza, con un clamoroso incremento di reati ai danni della persona, abbiamo il quadro di una politica autoreferenziale e chiusa nei suoi palazzi dorati, ma distante dalla gente e dalle sue necessità.

Per questo la sperequazione economica fra milanesi diventa il simbolo di una grande ingiustizia. Italexit lotta contro queste disparità e per una visione diversa della società. Siamo consapevoli che le politiche dell’Unione Europea, tanto cara agli attuali governanti, peggiorerà la situazione del nostro Paese portando inevitabilmente all’incremento delle disparità e a un ulteriore blocco del cosiddetto ascensore sociale. I poveri resteranno poveri, il loro numero aumenterà e i ricchi lo diventeranno sempre di più. Non è questo che vogliamo.