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Sanità: inchiesta dopo la tragedia di Tivoli. Gli ospedali cadono a pezzi, ma 10 miliardi di fondi per la ristrutturazione giacciono inutilizzati

Carenza di personale, diminuzione dei posti letto – anche e soprattutto in terapia intensiva. Strutture inadeguate che con il tempo diventano obsolete. Gli ospedali italiani cadono a pezzi. Più di un terzo degi ospedali sono stati costruiti prima della Seconda Guerra Mondiale. Il 37% non rispetta le norme di sicurezza anti incendio. Un numero impressionante, se si pensa alla tragedia appena avvenuta a Tivoli. Ma il problema non risiede solo nei tagli alla Sanità. Perché i soldi per ammodernare le strutture ci sarebbero, solo che le Regioni non utilizzano una parte consistente dei fondi.

il Fondo dedicato all’edilizia ospedaliera ha stanziato 24 miliardi di Euro per costruire nuovi ospedali o per ristrutturare quelli già esistenti. Ma le Regioni ne hanno utilizzati solo 14. Alla base di questo scandalo che penalizza gli italiani c’è innanzitutto, come spesso accade in Italia, un problema di burocrazia. Giovanni Migliore, dirigente della Federazione di Asl e Aziende Ospedaliere, denuncia: “Il percorso per ottenere le risorse è farraginoso, spesso i soldi arrivano molti anni dopo la richiesta. E quando si fanno le gare di appalto è passato troppo tempo”.

La politica deve darsi una mossa. Vanno semplificate le procedure. Perché mentre si discute e si cercano soluzioni, i servizi peggiorano. E accadono tragedie. Come a Tivoli.