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Pesca in ginocchio. In Sicilia le barche restano nei porti. Bianchini: “Il governo distrugge la nostra economia, Draghi e i suoi se ne assumeranno la responsabilità”

Barche ferme, niente pesca: i pescatori siciliani, schiacciati come quelli del resto d’Italia da un caro carburante insostenibile, si sono radunati ieri a Sciacca. Protestano contro un governo che li ignora e non muove un dito per salvare un’importante settore dell’economia italiana. “Con il gasolio a questi prezzi per noi è impossibile mollare gli ormeggi e andare a lavorare”, ha dichiarato uno dei pescatori sopraggiunti da tutta l’isola. “I costi superano i ricavi, ci conviene lasciare le barche nei porti”.

Se i prezzi non diminuiranno si fermerà tutta la filiera della pesca. Con conseguenze immaginabili per lavoratori e famiglie. Ma anche per le persone che, al momento di acquistare il prodotto, troveranno penuria di offerta e un inevitabile aumento dei prezzi. I pescatori chiedono ristori alla Regione Sicilia, ma si aspettano soprattutto un intervento dal governo nazionale e dall’Unione Europea. La quale Ue, però, è una delle cause di una crisi del settore che non nasce solo dal caro carburanti, ma anche dai nuovi regolamenti voluti da Bruxelles e fondati su presupposti sbagliati, con insensate limitazioni alla pesca nelle acque italiane. Limitazioni che rappresentano un ulteriore ostacolo per le nostre flotte.

“Dopo aver distrutto il comparto dell’ospitalità, dopo aver cancellato l’esperienza dei balneari, ora il governo va all’attacco dei pescatori. La Sicilia ha tutte le barche bloccate nei porti. Ieri nessuno è uscito in mare e vi è stata una sacrosanta protesta di categoria al porto di Sciacca”, dichiara Paolo Bianchini, Presidente di Mio Italia e Responsabile del Dipartimento Turismo di Italexit. “Una protesta che ha come bersaglio il governo e i suoi principali rappresentanti. Da Draghi a Salvini, da Conte a Tajani, da Garavaglia a Letta: sono tutti responsabili della svendita dell’economia italiana e del mancato intervento a difesa dei lavoratori e delle categorie. Devono smetterla di fare ammuina presentando interrogazioni ed emendamenti su provvedimenti ridicoli che questo governo vergognoso produce. Stanno uccidendo la nostra economia e se ne assumeranno la responsabilità”.