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Paragone: Violenze sulle donne? Iniziamo col dare risposte di sicurezza.

Facciamo così: c’è chi marcia contro il patriarcato e impone agli uomini una riflessione che cominci con le scuse, e poi c’è chi non crede che servano delle scuse di genere. Eppure entrambi i blocchi vorrebbero che Giulia fosse l’ultima vittima di femminicidio. Ovviamente sappiamo tutti che non finirà così perché il male e la violenza non si fermano nemmeno di fronte a dio. Eppure è nostro obbligo tendere a quel fine.


Ho grande stima e rispetto verso chi si mette sulla strada della rivoluzione culturale (meno di chi ne approfitta per sovrapporre altri temi come per esempio la condanna verso Israele salvando Hamas… ), ma mi pongo una domanda banale: com’è possibile che proprio in questi giorni così impregnati di parole sulla violenza a danno delle donne e di notizie sulle conseguenze di tali violenze, com’è possibile – dicevo – che ad Aosta un diciottenne culminava l’escalation di ingiurie e minacce contro la sua ex fidanzata con un “Ti faccio fare la fine di quella là”, alludendo a Giulia Cecchettin? E com’è possibile che a Reggio Emilia nel parcheggio di un supermercato a un uomo è saltato in testa di aggredire e violentare una donna? Com’è possibile…

Mi sono dato una sola risposta: tutte queste persone sono convinte che tanto la passeranno liscia, che per loro non ci saranno conseguenze. Questo è il vero punto su cui insistere: la certezza della pena, la consapevolezza che non ci sono sconti. Questo è il primo tema: lo Stato deve trasmettere l’idea che la pena c’è e resta, altro che patriarcato! La donna avrebbe meno incertezze a denunciare se sapesse di contare su uno Stato deciso e organizzato, dove la sicurezza torna a diventare un diritto garantito. Se il post delle forze dell’ordine con cui a parole si garantisce la sicurezza (“ricordate, non siete sole #essercisempre) viene accompagnato da un sfilza di testimonianze di segno opposto, allora c’è un problema. Tant’è che sono certo che se i magistrati avessero scritto un messaggio analoga, avremmo letto un altro rosario di lamentele.

Da un governo di centrodestra su questo tema specifico e su tutti gli altri che attengono alla sicurezza mi aspetto delle risposte forti. E se la sinistra pensa che le risposte legalitarie siano “autoritarie”, “patriarcali” o, peggio, “fasciste”, è affar loro (tanto si sa che a sinistra la sicurezza è un non problema…). Col governo Meloni mi aspetto che chi commette certi reati vada dentro e stia dentro; mi aspetto che a fronte di una denuncia circostanziata contro un aggressore, il divieto di avvicinarsi alla donna sia rispettato. So benissimo che le forze dell’ordine non possono essere così numerose da coprire tutte le denunce, ma una buona soluzione può essere per esempio quella di consentire una defiscalizzazione totale di un servizio di sorveglianza oppure dei bonus da spendere per ingaggiare bodyguard specializzati. La Meloni ci pensi.