Home » Paragone: Mes, l’Europa fa la voce grossa ma è un gigante di carta

Paragone: Mes, l’Europa fa la voce grossa ma è un gigante di carta

Dicono – e c’è da crederci – che a Bruxelles si stiano arrabbiando oltremodo perché l’Italia non ha ancora ratificato il Mes, il vecchio fondo salva Stati verniciato a nuovo per tenere comunque i governi dentro il ricatto dei mercati. Dicono che non vogliono più aspettare, che la situazione è delicata, che manchiamo solo noi, che bla bla bla.
Ovviamente questo bla bla bla detto a voce alta e con tono drammatico fa assai presa sui commentatori di casa nostra educati al vangelo europeista e quindi montano scenari e retroscena sullo scontro in corso. Vale ciò che diceva Ennio Flaiano sulla situazione politica italiana: la situazione è molto grave ma purtuttavia non è seria. A Bruxelles ancor più. Basterebbe pesare, anche solo con lo sguardo, il valore reale dell’Unione europea per porsi una serie di domande, una su tutte: ma davvero ne vale ancora la pena?
Le crisi internazionali più pesanti si stanno svolgendo ai lati dell’Unione: una in Ucraina, l’altra nel Mediterraneo mediorientale. Ebbene, in nessuno dei due scenari – che ripeto interesserebbero l’Europa sia geograficamente sia a maggior ragione per le ricadute politiche – l’Unione ha un ruolo decisivo. Eppure era per giocare da top player nel campo della globalizzazione che avevano deciso (senza mai passare dal popolo, peccato originale che non va mai sottovalutato tutte le volte che l’Europa ci dà ordini) di accartocciare gli Stati nazionali per dar vita all’Unione. Partendo dalla moneta e da parametri di bilancio, di finanza pubblica che poi è diventata privata. L’Europa ha fallito completamente e il fallimento è sotto i nostri occhi. L’Europa non è cercata e quando parla non è ascoltata: dice cose, incontra gente e stringe mani.
La domanda allora è: ma se il mondo fuori non vuole l’Europa, perché dovremmo impegnarci sempre di più con meccanismi diabolici come il Mes (ma potrei dire anche il Pnrr, perché mica sono soldi gratuiti) e legarci a una creatura di cartapesta? Davvero non ha senso. Negli scenari internazionali l’Italia degli anni Ottanta e Novanta, cioé la tanto deplorata e stigmatizzata coda della Prima Repubblica, contava molto di più di quanto conti oggi la stessa presidente della Commissione europea Von Der Leyen, la quale è stata persino offesa urbi et orbi dal presidente turco Erdogan, complice il presidente del Consiglio europeo Michel. E se un Paese come la Turchia non ti riconosce anzi si fa beffe dell’Europa, significa che non c’è alcuna Europa politica. Ergo, se non c’è una Europa politica dopo vent’anni di moneta unica, allora varrebbe la pena domandarsi che senso abbia legarsi a una scatola vuota.
Il Mes non va ratificato e l’Europa non ha alcuna statura politica internazionale per imporlo. Se la manovra finanziaria, oggi, ci sta facendo vedere cosa significhi stare dietro parametri stretti, figuriamoci un ulteriore cappio al collo chiamato Mes. Evitiamo di ratificarlo in parlamento e cominciamo a far saltare il banco delle euroillusion