COMUNICATO STAMPA
“Lo speculatore George Soros è così innamorato di Mario Draghi perché la tabella di marcia di Davos prevede di eliminare dalla scena economica la piccola impresa, quella italiana in primis. Siccome il mercato non è riuscito a far fuori la nostra impresa, ci pensa Mario Draghi con il pilota automatico”, denuncia Gianluigi Paragone, leader di Italexit, intervenendo in Senato durante l’esame del Concorrenza, “con l’aiuto del Partito Unico dell’Euro (il PUDE), che va dai Cinquestelle alla Lega, passando per Letta, per Renzi, per Forza Italia, Speranza e Carità varia. Ma ottenere lo scalpo delle piccole imprese italiane non sarà facile, i nostri imprenditori non hanno paura e lotteranno per fermare i liquidatori d’Italia. Così come i tassisti sottomessi alle app di multinazionali che non pagano tutte le tasse in Italia. Nessuno di loro starà zitto.
Il governo del Banchiere e la maggioranza dei Traditori liberano la strada ai grandi capitali stranieri, e non parli di concorrenza chi continua a dare una montagna di soldi ai Benetton dopo la tragedia del Ponte Morandi. Stanno svendendo ai soliti in nome di un’Europa che dà soldi in prestito solo in cambio del massacro degli italiani. Tv e giornali non raccontano che in autunno Bruxelles chiederà nuove tasse e nuova austerity. Ci aspettano le riforme lacrime e sangue della Von der Leyen. Quello che è capitato ai balneari e ai tassisti toccherà ad altri imprenditori. Grazie a Draghi e al Partito Unico delle felpe e dei referendum No Euro”.