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Mentre De Luca si vanta di successi immaginari, Italexit denuncia la vergogna del Cardarelli e il calvario dei cittadini per una sanità che va in pezzi

Una delle più belle regioni italiane, tra eccellenze e particolarità, per paesaggi e comparto agroalimentare ma che attraversa una delle fasi più difficili degli ultimi 20 anni. È la Campania che Plinio il Vecchio chiamò Felix, ma che oggi di Felix ha ben poco. De Luca ci prova a fare il Felix ma, oltre i siparietti ai tempi del lanciafiamme, ormai non riesce più nemmeno a strappare sorrisi e un campano che lo guarda, più che Felix, diventa Tristis…

Le cronache di questi ultimi tempi hanno consegnato ai posteri un amaro racconto: ospedali al collasso, reparti che chiudono, proteste a go go, ambulanze in fila, pronti soccorso ai limiti dell’umana tolleranza. E Italexit c’era, con una delegazione guidata dal coordinatore regionale Armando Romano. C’era davanti al Cardarelli perché è inammissibile ed inaccettabile che un cittadino debba sopportare quella che è un’autentica odissea se deve recarsi in un pronto soccorso. Per non parlare poi della trafila in caso di visita specialistica: puntualmente la Regione Campania, 3 o 4 volte l’anno, finisce il budget per visite ed esami specialistici e i cittadini devono giocoforza rivolgersi alla sanità privata.

Italexit c’era a Cava de’ Tirreni per protestare contro la chiusura dei reparti dell’ospedale che servono un’area abitata da circa 90mila persone. Chiudere questo o quel reparto vuol dire giocare con la salute delle persone. Vuol dire poi aumentare il caos e l’affollamento negli altri presidi. E l’effetto domino è devastante. E intanto De Luca che fa? Continua le sue passerelle girovagando attraverso le 5 province campane, promettendo mari e monti e vantandosi del suo lavoro. Ma la realtà ci consegna altro. Ma senza vigile attesa stavolta.