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Italexit Abruzzo: no al payback sanitario, le piccole imprese vanno tutelate

Sul controverso “Payback” Massimo Pietrangeli incontra l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì per scongiurare il fallimento delle piccole e medie aziende abruzzesi fornitrici di materiali e dispositivi ospedalieri alle Asl. “Legge incostituzionale da rivedere, e nell’assessore Verì abbiamo trovato l’interlocutore giusto”.Unico partito in Abruzzo, Italexit ha intrapreso una crociata contro i rimborsi a sei e sette cifre scattati formalmente dal 30 ottobre scorso ai danni dei fornitori sanitari, gli unici soggetti sacrificati sull’altare del ripiano degli sprechi nell’acquisto di materiali e dispositivi medici. L’incontro in assessorato a Pescara si è concluso con un ulteriore appuntamento; davanti all’assessore ci saranno i rappresentanti delle aziende che nelle scorse settimane avevano contattato Italexit per lamentare l’impossibilità di fare fronte agli esborsi se e quando la Regione dovesse esigerli.         Una delegazione di Italexit d’Abruzzo capeggiata dal commissario regionale Massimo Pietrangeli ha incontrato l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì nella sede dell’assessorato in via Conte di Ruvo a Pescara. Richiesto dal partito di Gianluigi Paragone e convocato a stretto giro dall’assessore, l’incontro ha chiarito la posizione della Regione sul tema del “Payback”, la legge nazionale che impone alle imprese fornitrici di materiali e dispositivi sanitari la restituzione del 50 per cento di quanto fatturato con le Asl abruzzesi nel quadriennio 2015-2018.       «Stiamo lavorando – ha spiegato Nicoletta Verì – per contenere il danno economico alle aziende. Con la proroga al 30 novembre ci sono altre due settimane che impiegheremo in ulteriori verifiche per capire come e in quale misura procedere alla richiesta dei versamenti. D’altra parte – ha rimarcato l’assessore – questa legge risale a molti anni fa, anche se la sua implementazione è recente e di conseguenza si tratta un’eredità che dovremo gestire con molta attenzione per evitare un impatto economico sulle imprese fornitrici dal quale potrebbero non più riprendersi».      

Pietrangeli ha insistito sulla incostituzionalità dell’intero dispositivo del Payback. “Ci sono – ha spiegato il numero uno di Italexit abruzzese – profili giuridici inapplicabili, come la retroattività delle somme richieste alle aziende fornitrici, ma poi il dispositivo sconfina nell’assurdità quando si calcolano le cifre da restituire non sugli utili ma sull’intero fatturato. Così, la chiusura per le imprese piccole e medie sarebbe l’epilogo inevitabile vista anche l’incertezza di un accesso ai crediti bancari che anche quando possibile darebbe luogo a ulteriori sofferenze. Gli sprechi nel funzionamento della Sanità, cui questo provvedimento pensa di dare risposta, si affrontano dal versante sbagliato dal momento che non sono i fornitori a pianificare il fabbisogno di presidi e materiali, bensì i responsabili degli acquisti a livello di Asl. E’ un meccanismo diabolico che impone la restituzione di somme talvolta da capogiro nel mentre occorre rispettare gli obblighi derivanti dai contratti di fornitura sottoscritti: in questo modo le aziende vanno incontro alla bancarotta”.      

«Seguiamo ogni azienda che si rivolge a noi per avere chiarimenti sul funzionamento del Payback – ha spiegato nel corso dell’incontro Ebron D’Aristotile, dirigente del Servizio Finanziario del dipartimento sanitario regionale – raccogliendo suggerimenti e segnalazioni di difficoltà. Abbiamo stabilito un contatto basato sulla fiducia; in altre parole, cerchiamo di trasmettere la consapevolezza che la Regione non si pone in questa vicenda come un ferreo esattore, ricercando al contrario le soluzioni alternative possibili pur nel nostro ristretto margine di manovra».       Pietrangeli si è detto pronto a organizzare a stretto giro un ulteriore incontro in assessorato con i titolari di diverse aziende delle quattro province abruzzesi colpite dal provvedimento. L’assessore Verì ha manifestato la sua disponibilità.