“Il ripristino repentino delle mascherine chirurgiche – attacca Creati, coordinatore di Italexit Pescara – è un tentativo infruttuoso di voler infondere nuovamente il corollario della paura, perlopiù su fasce fragili e deboli, gettando le basi di riscontro su effetti collaterali indesiderati nell’inappropriato oggetto itinerante ritratto nel Long Covid. «A distanza di tre anni dalla pandemia, assoggettata in modo preterintenzionale non per volontà della natura ma per mano degli uomini, si alimentano incertezze con la solita solfa dell’aumento dei contagi. L’appropinquamento innaturale di materiale sanitario, come mascherine tamponi e vaccini, ritorna spavalda condizione di prevenzione incondizionata, coadiuvato da un leggero rialzo dello stato di allerta su alcuni casi clinici collocati al limite del controllo medico. È dimostrabile che non hanno risonanza nella prevenzione dal contagio. Contrariamente risultano varianti scomode da sottoporre come valida alternativa alla fragilità dei soggetti vulnerabili. «La verità scomoda – prosegue il coordinatore del partito di Gianluigi Paragone – non può mercanteggiare nei botteghini del falso ideologico. Spacciare un ritorno allo stato di allerta preventiva è come vendere pesce avariato al bancone del mercato. Basta con le bugie tronfie da ambulanti della Sanità.
«Nelle strade – conclude Creati – si vocifera ancora che il prefisso “covid” è sinonimo di morte annunciata, mentre allo stato dei fatti necessita solo di cura dettata dalla casistica. Altro che vaccini salva vita e mascherine della salute! Chi desidera intingere l’ostia nel vino senza la benedizione del prete? Chi nutre interesse dal mercanteggiare materiale sanitario come conviene con il pesce andato a male! Il ritorno alla Sanità libera dai presupposti immorali che oggi fanno riferimento altrove! C’è chi ancora persegue la deontologia e il giuramento di Ippocrate per la salvaguardia degli uomini!