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Italexit Abruzzo: carenze di personale qualificato e inadeguatezza nei rapporti con i pazienti

«La Sanità abruzzese – attacca il coordinatore di Italexit Creati – intraprende passi da gigante sulla scia del rinnovamento degli investimenti regionali, mentre enti locali e presidi sanitari d’urgenza soffocano dall’esubero di malati che, prontamente, si riversando nelle strutture ospedaliere creando scompiglio, mal volentieri per carenza del personale qualificato. Si stenta una riduzione infermieristica della media nazionale (circa 6,2 per 1.000 abitanti) inferiore al 25% rispetto alla europea, con un tendenza in esubero del numero di medici (4,1 rispetto ai 3,9 per 1.000 abitanti), un divario che provoca il collasso dei ruoli infermiere-medico che da 1:3 è meno di 1:1,5 a discapito dell’assistenza sanitaria in presenza.  

«L’Ospedale Civile di Pescara – continua Marius Creati – offre un supporto nosocomiale valevole sulle prestazioni sanitarie esercitate in struttura, malgrado le lunghe attese interminabili. Suo malgrado, il nosocomio pescarese è oggetto di continue lamentele da parte di degenti e pazienti occasionali sui metodi e modi di contegno di svariati operatori di supporto al servizio sanitario.  

«La Sanità – prosegue il coordinatore del partito di Gianluigi Paragone – è sul punto di intraprendere un nuovo approccio sanitario di cui l’ospedale dello Spirito Santo è parte integrante, mentre dai presidi del Pronto Soccorso o dalle camerate dei vari reparti, si recriminano continue lamentele sull’inadeguata funzione umanitaria del personale sanitario e socio-sanitario verso i pazienti. In molti lamentano la mancanza di senso civico tra il personale di servizio, carenti nel trasporto affettivo di solidarietà e amorevolezza verso gli infermi, mal volentieri tacciato in un cedevole disprezzo della cortesia che sfocia nell’indifferenza verso i sofferenti, privati del supporto emotivo che paventa l’instabilità di autostima, specie in persone anziane e soggetti fragili necessitati di maggiore attenzione e calore umano.   «Per intenderci – conclude Creati – la struttura cardine della sanità locale vacilla nel caos per disordine organizzativo, dovuto al sovraffollamento o alla mancanza di personale qualificato, ma contumace per l’enorme indifferenza e scortesia riversata da molti operatori sanitari su pazienti occasionali o ricoverati nella struttura ospedaliera, i quali lamentano malgarbo, tra cui anziani isolati per ore alle prese con le loro infermità, all’occorrenza abbandonati su stativi di corsia senza cibo e acqua per intere giornate, impossibilitati di poter conferire con i loro familiari affini per le problematiche più disparate e soprattutto trattati con sgradevole maleducazione ingiustificata, nonostante sia comprensibile lo sforzo insostenibile del personale sanitario come attenuante da sovraffaticamento. In definitiva assistiamo inermi alla stregua imbarazzante della piaga sanitaria sul sociale.