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Dl aiuti, De Vecchis e ItalExit stanano Draghi e mostrano le crepe del governo

Martedì 12 Luglio la Commissione Lavoro del Senato si è riunita per discutere il Dl Aiuti e per approvarlo. Si tratta di un decreto che contiene temi assolutamente fondamentali, a partire dall’energia per arrivare alla guerra in Ucraina e alla tutela dei lavoratori. Perciò il modo in cui è stato gestito il dl, con omissioni e ritardi inaccettabili, è ancora più vergognoso. La causa va ricercata nel teatrino di liti finte, vere o parzialmente vere che hanno coinvolto Draghi, Conte e i 5Stelle. I quali, nel momento di votare il decreto in Commissione lavoro, si sono eclissati creando di fatto una rottura nella maggioranza.

Le crepe non sarebbero però emerse così chiaramente senza l’intervento del senatore William De Vecchis, che a nome di ItalExit ha chiesto la verifica del numero legale. Ne sono seguiti momenti convulsi che hanno portato comunque al voto, e lì la debolezza del governo è emersa in tutta la sua evidenza perché il Dl Aiuti è stato approvato per un solo voto di differenza. Un risultato disastroso per un governo che comprende quasi tutti i partiti dell’arco costituzionale. Ma un risultato ancora più disastroso per il Paese, perché lo squallido teatrino dei giorni precedenti alla Camera ha causato il ritardo nell’approvazione del decreto, che è arrivato in Senato due giorni prima dell’approvazione definitiva.

Gli emendamenti dell’opposizione non saranno così nemmeno discussi e il decreto passerà attraverso un maxi-emendamento. Ancora una volta il Parlamento è stato esautorato dalle sue funzioni e l’opposizione relegata al ruolo di spettatore senza voce. E’ sempre più chiaro che il governo del Paese si riduce alla figura di Draghi, un uomo solo al comando che fa e disfa come crede, mentre la Lega tace, obbedisce e acconsente e i 5Stelle fanno i capricci, ben sapendo che la pacchia sta per finire e che in pochi salveranno la poltrona. L’immobilismo del Pd, che ha in mente solo gli interessi delle multinazionali proprio come il Premier, chiude questo quadretto idilliaco. Che grazie a ItalExit sta emergendo in tutto il suo squallore.