È notizia di questi giorni che la legge Fornero, sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale, ha perso un altro pezzo della sua formulazione. Ad anni di distanza dalle lacrime versate in diretta Tv dall’ideatrice di una riforma pensionistica che ha provocato proteste, situazioni paradossali come quella degli esodati e che costringe gli italiani a lavorare sino alla soglia dei 70 anni, si torna a parlare della famigerata riforma Fornero in una sede importantissima: la Corte Costituzionale.
“Con gli amici senatori di Italexit Mario Giarrusso, William De Vecchis, Carlo Martelli e con il nostro leader Gianluigi Paragone abbiamo emesso un comunicato al riguardo”, conferma Jessica Costanzo, deputata che ha da poco aderito ufficialmente al gruppo Italexit. “La notizia è molto importante: la Corte Costituzionale ha demolito un altro cardine della riforma Fornero sul lavoro”.
Qual era il tema del contendere in questo caso?
“Si trattava dell’attuale formulazione dell’art. 18 voluta dalla professoressa. La norma richiedeva che per annullare un licenziamento economico, il lavoratore dovesse dimostrare in tribunale la manifesta insussistenza del motivo del licenziamento”.
Una norma punitiva, quindi?
“Certo, perché in pratica questo tecnicismo rendeva molto più difficile annullare un licenziamento economico ingiusto, con danni incalcolabili per il lavoratore. Si trattava dell’ennesima riduzione mascherata dei diritti dei lavoratori, oltretutto introdotta in modo subdolo. La bocciatura della Consulta, però, modifica la riforma, affermando che il giudice non è tenuto a verificare che tale insussistenza sia manifesta: si tratta infatti di un requisito indeterminato che può andare incontro a incertezze applicative e possibili disparità di trattamento”.
Ed è per questo che la Corte Costituzionale si è espressa contro la norma.
“Proprio così, la Corte Costituzionale per fortuna è intervenuta per rimettere ordine e per fare giustizia. A causa della riforma, per i lavoratori era difficile vincere le cause per ottenere il reintegro, mentre i datori di lavoro bisognosi di liberarsi di alcuni dipendenti ne erano stati avvantaggiati. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la legge Fornero viene modificata da sentenze ben precise e articolate”.
Ritiene che a questo punto si possa dire una parola definitiva su una legge che ha fatto tanto discutere il Paese e provocato tante critiche?
“A distanza di anni, e con una lunga serie di sentenze che hanno demolito pezzo per pezzo la riforma Fornero, una cosa si deve chiedere. Davvero ci voleva una Professoressa per scrivere una legge incostituzionale in più punti? I diritti dei lavoratori, in particolare quelli che hanno alle spalle decenni di impegno e di fatiche, valgono davvero così poco per la Fornero e per le nostre istituzioni?”